Rémi Ochlik (16 Ottobre 1983 – 22 Febbraio 2012)
Rémi Ochlik (16 Ottobre 1983 – 22 Febbraio 2012) aveva appena vinto il primo premio nella sezione “General news” del World Press Photo grazie alle sue foto di reportage in zone di guerra. È morto due giorni fa in Siria, mentre faceva il suo lavoro. Aveva solo 28 anni.
A volte crediamo che il lavoro dei fotografi si limiti a una noiosa ricerca dello scatto perfetto, dimenticandoci che c’è chi sceglie questa professione per documentare la realtà più vera e cruda, rischiando spesso sulla propria pelle pur di trovare il dettaglio giusto da imprimere sulla pellicola per raccontare i mali del mondo.
Rémi non è neanche riuscito a ritirare quel premio per i propri sforzi, non ha potuto stringere fra le mani il giusto riconoscimento che il W.P.P. gli aveva riservato. Vedeva la morte quotidianamente con i propri occhi, la testimoniava con la potenza delle sue immagini. Era un talento che avrebbe potuto raccontarci ancora molte cose.
Se una fotografia è la lucida rappresentazione della realtà, non c’è realtà più cruda della morte di un ragazzo che confidava nel ricordo racchiuso in un’immagine come fonte di miglioramento e salvezza.
Dedichiamo a Rémi, e al suo lucido e protettente lavoro, questo articolo. Le foto che aveva consegnato al mondo nella sua breve vita saranno per sempre testimonianza degli orrori della guerra, e al tempo stesso esempi luminosi di passione e speranza in un domani migliore.
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