Francesco Manganelli

“Nato a Siena 37 anni fa, sin da adolescente mi sono appassionato al disegno manuale, con una particolare attrazione per la tecnica a carboncino o il sanguigno, che enfatizzano la plasticità delle forme, il contrasto dei chiaroscuri e la drammaticità dei soggetti, in tratti soggettivati. Il passaggio alla fotografia è stato quasi naturale, in virtù dell’abitudine ad utilizzare gli scatti per completare il lavoro. La scelta del monocromatico nel disegno ha ovviamente influenzato anche l’affinità verso immagini in b/n. Negli scorsi anni mi sono servito di reflex tradizionali per poi passare a digitali compatte che mi potessero assicurare un maggior controllo della post-produzione, fino a cimentarmi con le reflex digitali: attualmente possiedo una Canon Eos 400d con tre ottiche differenti.
La scoperta dei RAW è di appena un anno fa, ma è stata per me una vera e propria rivelazione: la possibilità di lavorare sui file grezzi e di avere un controllo pressoché completo in fase di post-produzione rappresenta una metafora dell’interpretazione soggettiva che viene espressa mediante un disegno: in questo aspetto ho individuato una affascinante similitudine tra due tecniche così differenti.
Considero la fotografia un mezzo in grado di esprimere le sensazioni che mi vengono trasmesse da un particolare soggetto prima ancora di riprenderlo; una emozione rivolta anzitutto a me stesso, per fissare un attimo, un frammento, e solo successivamente condividerla con chi osserva una mia foto.Prediligo il contrasto forte, le sorgenti di luci esterne all’immagine, le atmosfere cupe e intense; i miei soggetti preferiti sono gli oggetti dimenticati per strada, le presenze umane immerse in spazi privi di coordinate temporali e dissolte in non-luoghi, le porzioni di oggetti che emergono dall’ombra e che appaiono decontestualizzate.
Mi piace definire le mie foto come “scarne”: luoghi e oggetti dimenticati, presenze umane scivolate in un decadente oblio, mi attraggono perché li considero frammenti di vita e resti sepolti sotto la cenere del tempo; nascosti agli occhi dei più, ma ancora palpitanti di memoria.”

Website: http://www.frammentifotografici.it

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