Venezia 71 – “Short skin” di Duccio Chiarini

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short_skin_1Estate, amore, adolescenza, sesso, e quella “pelle corta” che scombina ogni cosa: Short skin di Duccio Chiarini, presentato nella sezione Biennale College del 71° Festival del cinema di Venezia, parte da un espediente reale – la fimosi di cui soffre il protagonista – per raccontare le sue difficoltà relazionali con l’altro sesso e l’approccio timido e impacciato alla vita adulta. Un racconto divertente, segnato dalle tappe e dai dialoghi tipici del cinema che racconta di teenager, condito però da un’epopea medica che è anche viaggio di scoperta delle proprie pulsioni e del proprio corpo. «Ti abbiamo fatto un pisello da battaglia», dice l’andrologo al diciassettenne Edoardo dopo l’operazione, spingendolo con fare cameratesco a osare, a scoprirsi, a uscire da quel guscio sfigato che ne caratterizza movenze e scelte nel corso dell’intero film. Il sesso come biologia primaria, come necessità ma anche come scelta di vita: il coraggio della decisione, o la rinuncia alle emozioni.

Edoardo, spaesato cucciolo della periferia pisana, misura le proprie esperienze sulle sue difficoltà fisiologiche, vive la prima volta con sicurezza ma è costretto ad arrendersi per il dolore, sceglie l’approccio femminile soltanto dopo aver testato le proprie capacità in solitaria, non tanto per desiderio ma piuttosto per sfinimento. Il microcosmo che lo circonda, dall’amico ossessionato con la perdità della verginità al padre farfallone, dal medico terra terra alla sorella desiderosa di far accoppiare il cane (personaggio, quello della sorella, esilarante a livelli massimi), gli manda costanti input sessuali riflettendo, in maniera ironica e divertente, i desideri tipici e le fragilità dell’epoca moderna. short_skin_2E lui, come un novello Gabbriellini di Ovosodo, si barcamena nelle sue goffaggini tentando, per quanto possibile, di vivere esperienze in punta di piedi, con i dovuti tempi e modi, senza eccessiva vergogna ma non certo con cuore impavido. In mezzo a questo spaesamento, un collage di situazioni mostrate senza filtro e imbarazzo, senza eccessiva malizia: l’analisi dei membri altrui nelle docce, le prime prove di masturbazione, il sesso sperimentato infilando il pene in un polpo pescato al mare (geniale idea dell’amico, esperto di una teoria amatoria appresa tramite sentito dire e improbabili racconti letti su Internet). Duccio Chiarini sceglie di non coprire, regalandoci nudità femminili e maschili senza volgarità, come espressione naturale della scoperta del protagonista, che al tempo stesso diventa mezzo di confronto, talvolta alla ricerca di una confortante rivelazione di normalità, talvolta macigno che pesa sulla sua “menomazione”.

short_skin_3C’è tanto Virzì in questa opera semplice ma efficace, che si disvela nel toscano della recitazione, e nelle caratteristiche dei personaggi costruiti più su un canovaccio che su una ideale rappresentazione di nevrosi. E c’è un modo di fare cinema all’italiana, con un’ambientazione estremamente provinciale e caratteri in scena che non servono per stupire, ma solo per raccontare. Rispetto ai teenager di certi film americani, qui non si assiste al degrado nè alla perversione, e neppure alla devastazione del corpo come rinascita, ma si gusta piuttosto la presa di coscienza di un disagio, che diventa strumento e sprone alla modifica di sè, dapprima su base fisica e poi, di conseguenza, su base mentale.

Costato 150 mila Euro, girato in meno di 30 giorni, Short Skin fa parte dei tre prodotti di Biennale College, una sezione sperimentale del Festival di Venezia che mira alla produzione e al finanziamento di opere a basso budget. Operazione riuscita per una pellicola che funziona grazie alla propria scorrevolezza e a dialoghi taglienti, che regalano spesso risate. Siamo dalle parti di un cinema di provincia genuino e pratico, che non spingerà a grandi riflessioni, ma strappa sorrisi a profusione e colpisce, caparbiamente, con spiazzante naturalezza.

Un film di Duccio Chiarini. Con Matteo Creatini, Francesca Agostini, Nicola Nocchi, Miriana Raschillà, Bianca Ceravolo.
Commedia, durata 83 min. – Italia, Iran, Gran Bretagna 2014.

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